Author Archives: Giorgio

piccolo-belepeit

23 Aprile 2017 – Piccolo Belepeit 1170 m

Per raggiungere il Piccolo Belepeit, si parcheggia l’auto a Villanova (Chiusaforte) presso il grande parcheggio lungo la statale.

Entrati a Villanova si imbocca via Volanic. Presso l’ultima abitazione, si prende a sinistra un sentiero senza indicazioni che presto ci porterà sopra la cascata che sovrasta Villanova.
Il sentiero prosegue in traverso immettendosi sul segnavia 425 che si segue verso sinistra. Poco oltre un capitello votivo il sentiero presenta tratti leggermente esposti. Con attenzione si arriva agli stavoli Polizza, dove l’ambiente cambia radicalmente.
Oltrepassati gli stavoli, si imbocca sulla sinistra il sentiero che porta ad attraversare il Rio Cuestis nei pressi della presa dell’acquedotto per poi risalire a Polizza di Là.
Il sentiero per il Piccolo Belepeit si imbocca alle spalle dei ruderi dell’ultimo stavolo che incontreremo. Si guadagna quota in fretta, attraversando alti sulla forra del rio Simon e incontrando una bella radura. Terminato questo tratto ci si trova ad aggirare la sommità franosa dell’incassato e orrido alveo del Riu di Cueste Spiçade, ben visibile anche dalla statale Pontebbana. Ancora un tratto di traverso all’altezza delle Cjalcinis ed al termine di una breve discesa siamo allo stavolo Belepeit, con alle spalle l’imponente paretone roccioso della cima.
Per raggiungere la sommità, ripassiamo a ritroso per le Cjalcinis, e pieghiamo a sinistra lungo una traccia che con una serpentina fra i pini risale l’erto costone.
Si attraversa brevemente sulla sinistra trovando una piccola radura e quindi un successivo ripiano che si percorre in obliquo sulla sinistra per poi puntare a vista verso il punto più alto (Piccolo Belepeit o Belepeit Padovan 1170 m).
Si scende liberamente verso Nord-Est e poi verso Nord lungo la dorsale fino ad incontrare il segnavia CAI 425, il quale a sinistra porta alla Cunturate, mentre noi proseguiremo a destra fino ai resti dello stavolo Cuestis (1140 m).
Da qui si scende in direzione sud, fino al greto del Rio Cuestis. Guadato il rio, si risale sul versante opposto e dopo aver incrociato il sentiero 425a si inizia la discesa verso gli stavoli Polizza. Da qui si riprende il sentiero fatto in salita, lasciando il sentiero 425 e quindi scendendo a destra lungo un sentiero che con numerosi tornantini raggiunge la pista ciclabile. Si segue la ciclabile verso sinistra fino alla cascata e quindi si scende la scalinata che riporta nel borgo di Villanova, chiudendo l’anello.
Partenza ore 07:00 dalla sede CAI Cervignano
E’ possibile la presenza di zecche, pertanto si raccomanda vestiario adeguato.

Carta: Tabacco n°018
Dislivello: 800 m
Difficoltà: E
Altitudine min: 364 m – Villanova (Chiusaforte)
Altitudine max: 1170 m – Piccolo Belepeit
Salita: 2.30 h
Tempo totale: 5.00 h
Coordinatori: Alessandro Filippo 339 3266319 Renato Taverna 331 2095993

Bibliografia:
Tròis, F. Paolini, Edizioni La Chiusa, 2011


Invito vajont

La grande frana del Vajont – dagli storia geologica ai recenti studi geofisici

Vajont

Proseguono gli eventi culturali al Cai di Cervignano e organizzati in collaborazione con gli Gli amici della montagna Basso Friuli

LA GRANDE FRANA DEL VAJONT: dalla storia geologica ai recenti studi geofisici

lunedì 24 ottobre alle ore 20:45
presso la sede del CAI di Cervignano

Con la partecipazione di Massimo Giorgi – Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale (OGS) Trieste

la frana Vajont - vikipediaLa frana del Vajont rappresenta la più grande frana caduta in epoca storica ed è stata largamente studiata sia per le note conseguenze catastrofiche che per la grande quantità di dati disponibili, nel prima e nel dopo. A dispetto della cospicua letteratura tecnica, vi sono una serie di quesiti scientifici, ai quali non è stato possibile rispondere in modo rigoroso e soddisfacente.
L’intervento di lunedì sera racconterà, attraverso tre diverse storie temporali, con un linguaggio comprensibile anche ai non addetti ai lavori, l’evoluzione “geologica” della valle del Vajont, mettendo in evidenza gli elementi geomorfologici che l’hanno formata, il contesto energetico/idraulico di quel momento del dopoguerra e il perché si è voluto costruire una diga in quella valle.
Le tematiche ancora aperte riguardano le proporzioni dell’onda che ha scavalcato la diga, la velocità di caduta ed il movimento in massa di un’enorme porzione del versante nord del Monte Toc.
L’OGS, assieme alle Università di Padova e di Milano, ha condotto uno studio, finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia a 50 anni dall’evento, per capire in maniera approfondita questi fenomeni. Lo studio si è sviluppato attraverso un’analisi di dettaglio dell’assetto strutturale del piano di scivolamento e soprattutto delle geometrie e delle caratteristiche interne dell’accumulo.
E’ stata un’attività complessa e molto articolata che ha coinvolto anche diverse altre istituzioni per reperire dati del tutto inediti, dei quali si conosceva l’esistenza, ma che non erano disponibili.
Questi dati insieme alle nuove osservazioni geologiche e geofisiche, hanno consentito di ottenere degli importanti risultati nella definizione dei fattori predisponenti e soprattutto nella ricostruzione delle dinamiche di scivolamento della frana il cui modello è stato quasi completato.

Con il contributo di:
R. G. Francese – Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale (OGS) Trieste, Università di Parma.
A. Bistacchi – Università di Milano Bicocca.
A. Bondesan – Università di Padova.
M. Massironi – Università di Padova.
G. Böhm – Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale (OGS) Trieste

Dott. Massimo Giorgi, geologo-geofisico, Consigliere dell’Ordine Regionale dei Geologi del Friuli Venezia Giulia. Lavora come tecnologo presso l’OGS – Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale.
Si occupa dell’applicazione di diverse metodologie geofisiche per l’investigazione e caratterizzazione del sottosuolo per scopi ambientali: studio di frane, dissesto idrogeologico oltre che studio dei ghiacciai nell’ambito dei cambiamenti climatici.
Socio da più di 30 anni della “Società Alpina delle Giulie” di Trieste, alpinista e Istruttore di Sci-Alpinismo della Scuola “Città di Trieste”, con all’attivo numerosi 4.000 e 3.000 dell’arco alpino e alcune spedizioni extraeuropee: Ecuador, Cile, Nepal, Cina con salite di vulcani e montagne di 6.000 e 7.000 m.

vi aspettiamo
non mancate!


Monte Serva - Foto Boemo

DOMENICA 23 ottobre 2016 – MONTE SERVA (2133 m)

Il monte Serva è la montagna che chiude a nord est la Val Belluna e si trova all’interno del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.

Un tempo era un monte di fienagione (in basso) e di pascolo (in alto) quindi di stenti e di fatiche; oggi i prati non vengono più falciati ma un nutrito gregge di pecore ne percorre ancora i versanti durante la bella stagione. La ricchezza floristica del monte Serva era conosciuta già in tempi remoti, lo dimostra un erbario figurato del 1400 conservato al British Library di Londra. La cima è anche l’unica località del parco dove si può ammirare il geraneo argenteo, rara specie, antica, sopravvissuta alle glaciazioni e per cui oggi nella zona di cresta sommitale è interdetto il pascolo. Anche sotto il profilo faunistico l’ambiente presenta aspetti interessanti dovuti alla grande varietà di habitat che vanno dalle estese praterie a sud-est, ai versanti dirupati a nord. Basti pensare all’aquila reale che ogni giorno sorvola i pendii in cerca di qualche preda.

Parco delle Dolomiti Bellunesi, in collaborazione con la sezione di CODROIPO

Monte Serva - Foto BoemoAvvicinamento:
Dall’autostrada Vittorio Veneto – Belluno (A 27), imboccare l’uscita per Belluno. Seguire per Ponte nelle Alpi – Cavarzano – Sopracroda – seguire poi a destra per Col de Roanza – e proseguire poi fino al parcheggio in località Cargador. Attenzione all’ultimo kilometro, strada piuttosto stretta, e parcheggio non molto capiente.
Escursione:
Punto di partenza e arrivo della nostra gita e la località “Cargador”, (1017 m) ove l’asfalto finisce e la strada si fa sterrata. Prenderemo a destra, seguendo appunto la strada forestale per circa 400 m, per imboccare poi a sinistra il sentiero panoramico che per regolari tornanti serpeggia dentro il bosco fino a sbucare sulle balze erbose del Col Cavallin (1394 m). Attorniati ora da un panorama lunghissimo e sconfinato, proseguiamo verso la Malga Pian dei Fioc (1739 m), che probabilmente troveremo ancora monticata, anche se oramai siamo a fine ottobre. Dalla malga si inizia a risalire a tornanti su buon sentiero i pendii sommitali del monte e man mano il panorama si apre sempre più sulle montagne circostanti, prima fra tutte la Schiara ed il Pelf a ovest, così vicini che sembrano di poterli toccare. Raggiunta la vetta (2133 m) si domina tutta la val Belluna verso sud-ovest, verso nord-ovest gran parte delle Dolomiti Bellunesi. Verso nord il Cadore la valle del Piave, ed a est l’Alpago, il Cansiglio cioè tutta la catena del Cavallo e Col Nudo. A sud, oltre il Col Visentin ed il Cansiglio lo sguardo si spinge, con cielo terso, sino alla laguna veneta.
Si ridiscende alla casera per il medesimo percorso, proseguendo poi fino a quota 1490 m dove prenderemo a destra seguendo il vecchio sentiero 517 via normale (attenzione bivio non segnalato). Ci immergeremo quindi nel bosco e scenderemo a ripide svolte riguadagnando il parcheggio al “Cargador“.
Per chi non se la sentisse di affrontare tutto tutto il percorso, c’è la possibilità di fermarsi in malga ed attendere il ritorno del resto del gruppo, risparmiando così gli ultimi 400 m di dislivello.

DATI E INFORMAZIONI GENERALI
DISLIVELLO: 1070 m circa – 9,250 km – salita ore 3:00 – discesa ore 2:15 – circa
DIFFICOLTÀ: E
EQUIPAGGIAMENTO: Normale da montagna adatto alla stagione, consigliati i bastoncini.
ORARI: Partenza da parcheggio sede CAI Cervignano alle 6.30 e da quella di Codroipo alle ore 07:30;
MEZZI DI TRASPORTO: Mezzi propri (eventuali spese vanno concordate con il proprietario del mezzo);
CARTOGRAFIA: Carta Tabacco, 024 Prealpi e Dolomiti Bellunesi
INFORMAZIONI: giovedì prima dell’escursione presentazione dell’escursione in sede Cai
ISCRIZIONI: segreteria durante gli orari d’apertura sede giovedì prima dell’escursione.

I responsabili dell’escursione ASE Boemo Cristian (348 7693599), Braida Ottaviano (333 5281532) si riservano la facoltà di apportare variazioni al programma qualora le condizioni della montagna o meteorologiche lo richiedessero.


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