La grande frana del Vajont – dagli storia geologica ai recenti studi geofisici
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Vajont
Proseguono gli eventi culturali al Cai di Cervignano e organizzati in collaborazione con gli Gli amici della montagna Basso Friuli
LA GRANDE FRANA DEL VAJONT: dalla storia geologica ai recenti studi geofisici
lunedì 24 ottobre alle ore 20:45
presso la sede del CAI di Cervignano
Con la partecipazione di Massimo Giorgi – Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale (OGS) Trieste
La frana del Vajont rappresenta la più grande frana caduta in epoca storica ed è stata largamente studiata sia per le note conseguenze catastrofiche che per la grande quantità di dati disponibili, nel prima e nel dopo. A dispetto della cospicua letteratura tecnica, vi sono una serie di quesiti scientifici, ai quali non è stato possibile rispondere in modo rigoroso e soddisfacente.
L’intervento di lunedì sera racconterà, attraverso tre diverse storie temporali, con un linguaggio comprensibile anche ai non addetti ai lavori, l’evoluzione “geologica” della valle del Vajont, mettendo in evidenza gli elementi geomorfologici che l’hanno formata, il contesto energetico/idraulico di quel momento del dopoguerra e il perché si è voluto costruire una diga in quella valle.
Le tematiche ancora aperte riguardano le proporzioni dell’onda che ha scavalcato la diga, la velocità di caduta ed il movimento in massa di un’enorme porzione del versante nord del Monte Toc.
L’OGS, assieme alle Università di Padova e di Milano, ha condotto uno studio, finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia a 50 anni dall’evento, per capire in maniera approfondita questi fenomeni. Lo studio si è sviluppato attraverso un’analisi di dettaglio dell’assetto strutturale del piano di scivolamento e soprattutto delle geometrie e delle caratteristiche interne dell’accumulo.
E’ stata un’attività complessa e molto articolata che ha coinvolto anche diverse altre istituzioni per reperire dati del tutto inediti, dei quali si conosceva l’esistenza, ma che non erano disponibili.
Questi dati insieme alle nuove osservazioni geologiche e geofisiche, hanno consentito di ottenere degli importanti risultati nella definizione dei fattori predisponenti e soprattutto nella ricostruzione delle dinamiche di scivolamento della frana il cui modello è stato quasi completato.
Con il contributo di:
R. G. Francese – Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale (OGS) Trieste, Università di Parma.
A. Bistacchi – Università di Milano Bicocca.
A. Bondesan – Università di Padova.
M. Massironi – Università di Padova.
G. Böhm – Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale (OGS) Trieste
Dott. Massimo Giorgi, geologo-geofisico, Consigliere dell’Ordine Regionale dei Geologi del Friuli Venezia Giulia. Lavora come tecnologo presso l’OGS – Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale.
Si occupa dell’applicazione di diverse metodologie geofisiche per l’investigazione e caratterizzazione del sottosuolo per scopi ambientali: studio di frane, dissesto idrogeologico oltre che studio dei ghiacciai nell’ambito dei cambiamenti climatici.
Socio da più di 30 anni della “Società Alpina delle Giulie” di Trieste, alpinista e Istruttore di Sci-Alpinismo della Scuola “Città di Trieste”, con all’attivo numerosi 4.000 e 3.000 dell’arco alpino e alcune spedizioni extraeuropee: Ecuador, Cile, Nepal, Cina con salite di vulcani e montagne di 6.000 e 7.000 m.
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