Pian di Verra Inferiore – Pian di Verra Superiore (h 1:00)
Arrivati in fondo al Pian di Verra Inferiore, ci si trova a un bivio, segnalato con diversi cartelli gialli. Procedendo dritti si arriva al Lago Blu (Itinerario n. 1 / 1b), ma in questo caso procediamo a destra, continuando la sterrata, che con un percorso a tornanti porta finalmente al Pian di Verra Superiore.
La strada è tranquilla, con pendenza a tratti moderata, senza alcun pericolo, ma relativamente lunga.
È possibile usufruire di un servizio di taxi per raggiungere direttamente il Pian di Verra Superiore, risparmiando circa h 2:15 di cammino.
Pian di Verra Superiore – Rifugio Mezzalama (h 1:45).
Alla fine del Pian di Verra Superiore si incontra l’inizio del vero sentiero. È evidenziato da due cartelli che indicano il Mezzalama e il Rifugio Guide d’Ayas, a un’ora buona oltre il Mezzalama.
Il sentiero inizia con un tratto ripido, poi uno in falso piano, poi un altro ripido, e si mantiene per buona parte a mezza altezza della morena allontanandosi dal Pian di Verra Superiore. In alcuni tratti sono state costruite delle scalette di pietre che semplificano ulteriormente la salita. Si attraversa una zona più larga e pianeggiante serpeggiando tra i massi, e si procede poi ancora lungo la morena, risalendo finalmente in cresta, trovandosi alla destra della ormai ridotta lingua di ghiaccio del Grande Ghiacciaio di Verra, e passando per un tratto sul versante ovest della morena.
Alcuni tratti in piano o leggermente in discesa si alternano ad altri in decisa salita, e ben presto è possibile vedere la nostra meta, nonché il sovrastante rifugio delle Guide d’Ayas (detto anche Lambronecca, dal nome della zona dove è stato costruito, le Rocce di Lambronecca).
Ancora un po’ di sforzo e finalmente si arriva sul piccolo spiazzo dove sorge il rifugio Mezzalama.
GIORNO 2:
Salita:
Dal rifugio Rifugio Mezzalama si raggiunge, in circa h 1:00, il Rifugio Guide d’Ayas dal quale si prende la pista ben tracciata che si inoltra sul Ghiacciaio Grande di Verra (piccozza e ramponi), serpeggiando tra gobbe e crepacci: raggiunto un primo avvallamento, si supera una zona ricca di crepacci per continuare poi la salita su pendio più ripido, fino al campo di ghiaccio sottostante l’ampio Colle di Verra (3845 m).
A questo punto, si gira decisamente verso sinistra per traversare alla base tutta la rocciosa cresta Sud-Ovest del Pòlluce, fino ad una rampa detritica dove inizia il tratto roccioso (h 2:30, ometti). Attacco.
Si risale il pendio di detriti e sfasciumi instabili (massima attenzione a non staccare pietre!) fino al culmine della rampa, da dove si risale la cresta al meglio (diverse tracce possibili, che si incontrano tutte più in alto). Splendide vedute su Roccia Nera, Castore, Breithorn e Lyskamm.
A tratti di sentiero si alternano brevi passaggi su roccette (I°, II°), da affrontare con attenzione per via della quota e del possibile verglas, fino a giungere, all’uscita di una cengia, al passaggio chiave della via, attrezzato con catene: si traversa una placca liscia ed esposta (III°, 8 m) fino ad un camino, che si risale al meglio superando un masso incastrato (catena). Giunti ad un colletto, si risale arrampicando (III°+, 20 m) la parete di sinistra (attrezzata con catena) fino ad un comodo terrazzo, ormai alla fine delle difficoltà, su cui sorge una madonnina.
Da qui appare alla vista l’ultimo tratto di cresta ghiacciata che culmina con la vetta: calzati nuovamente i ramponi, si risale la cresta (attenzione all’esposizione e ad una crepaccia nei pressi della vetta) e si giunge in breve sulla esile cima del Polluce (h 1:45 dall’attacco delle rocce). Meravigliosa veduta sulle cime del Rosa (di fronte troneggia la Punta Dufour 4634 m), su Monte Bianco, Gran Paradiso e, oltre la cresta dei Breithorn, sulla acuminata piramide del Cervino.
Discesa:
per la stessa via con una breve calata in doppia sulla paretina di III°+ – h 3:00 fino al Mezzalama e altre h 3:00 (1:30 con il taxi) fino alle macchine.